Come si nutre la Gentilezza?
- Claudio
- 1 gen 2021
- Tempo di lettura: 2 min

Ti sei mai chiesto come si alimenta la Gentilezza?
Indovina? A me è capitato! ^_^
Ecco la conclusione: la Gentilezza dipende dalla consapevolezza il nostro "io" è subordinato ad un ben più ampio e magnifico "NOI".
Le azioni e i pensieri gentili si nutrono di un assioma semplice: credere al "noi" come superiore all'"io".
La Gentilezza sta nel comprendere che i nostri limiti, quando sono mal gestiti, limitano gli altri, e che le nostre doti e virtù, se condivise, possono arricchire e aiutare.
Semplice no?
Facciamo un esempio:
- chi butta una cartaccia per terra deturperà l'ambiente di tutti, giusto?
- insegnare ai tuoi figli la comprensione e il rispetto delle emozioni altrui, favorirà l'armonia di tutti, corretto?
Se ci facciamo guidare da questo pensiero, ci accorgiamo che magicamente la cornice della nostra vita si allarghi:
- i nostri problemi si ridimensionano
- i nostri pregi possono sono in grado questo mondo più ricco, accessibile e sicuro.
È meraviglioso, vero?
Subordinare l'"IO" al "NOI" è l'atto consapevole più fruttuoso e coraggioso che possiamo mettere in atto nella nostra vita.
Lo so che per farlo ci vuole consapevolezza, coraggio, e una profonda conoscenza di sè. E sai cosa ti dico? Che tu sei stai leggendo, sei la persona giusta.
Grazie che possiamo contare su di te.
P.s. Ho citato la cornice, che non è altro che il "frame" tanto caro al meraviglioso George Lakoff, di cui ti invito a leggere il capolavoro "Non pensare all'elefante".
Sul "potere del noi" puoi leggere libri e articoli. Robert Cialdini lo ha aggiunto come una delle leve di persuasione più potenti al mondo e Barak Obama ci ha incentrato la campagna politica. Il suo "yes we can" lo ha portato dritto alla Casa Bianca.
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